Non ci sono soltanto i celebri carnevali che vengono organizzati a Viareggio e Venezia, anche la Città Eterna possiede il suo Carnevale romano in grande stile, con cortei che si snodano per le strade ed i quartieri della Capitale. Partecipare al Carnevale romano vi consentirà di viaggiare tra il passato e presente, rivivendo le antiche tradizioni ma anche celebrando in modo moderno la festa più colorata dell’anno.

Le antiche radici del Carnevale romano

Il Carnevale romano affonda le proprie radici nei Saturnali, antiche festività religiose celebrate a Roma con divertimento, riti orgiastici, sacrifici, balli e, soprattutto, con utilizzo di maschere. Già dal X secolo, a Roma, si svolgevano festeggiamenti per carnevale sul monte Testaccio, dove il Papa arrivava a cavallo, accompagnato dal prefetto e dai cavalieri per svolgere riti propiziatori, mentre i nobili si cimentavano con duelli, giostre, tauromachie e battaglie con animali.
A partire dal XV secolo, l’evento principale che celebrava il carnevale romano, consisteva nella corsa dei cavalli berberi, alla quale accorrevano nobili, reali, artisti e viaggiatori. Questi cavalli venivano lanciati in corsa senza fantini, infastiditi ed aizzati dalle urla della folla e da Piazza del Popolo giungevano a Piazza Venezia, dove un drappo indicava la fine della corsa. Soltanto dopo l’Unità d’Italia, nel 1874, Vittorio Emanuele II la fece abolire in seguito alla morte di un giovane spettatore, travolto mentre assisteva alla corsa. Questo evento, seguito all’avvento dei Savoia, segnò per un periodo il declino dei festeggiamenti del carnevale romano. Tuttavia, per quattro secoli il carnevale romano è stato celebrato con cortei, sfilate e balli ed ha attirato a Roma: poeti, scrittori e pittori in un clima di euforia e festa.

Cosa erano i Saturnali da cui prende ispirazione il Carnevale?

Il Carnevale romano ha origini lontane e, come accennavamo precedentemente, pare che derivi dagli antichi Saturnali, feste religiose che si svolgevano a Roma per salutare la fine dell’inverno tramite banchetti, sacrifici e sovvertendo l’ordine sociale. Durante questi festeggiamenti, infatti, gli schiavi potevano considerarsi liberi, tanto che uno di loro veniva eletto princeps e gli venivano assegnati tutti i poteri. Il princeps veniva vestito con una buffa maschera dai colori sgargianti e personificava una divinità infera. Nell’antica Roma si credeva che queste divinità maligne dovessero essere placate tramite l’offerta di doni e con feste in loro onore, in modo da farli tornare nell’aldilà, da dove avrebbero favorito il raccolto estivo.

Le maschere della tradizione del carnevale romano

Ogni carnevale ha le sue maschere caratteristiche, così anche Roma possiede i suoi personaggi, con caratteristiche e storie particolari. Tra le maschere più note ci sono, sicuramente, Rugantino e Meo Patacca, ma non sono le uniche, ci sono anche Cassandrino, Don Pasquale e Generale la Rocca.
Rugantino è la maschera simbolo di Roma, originaria di Testaccio, il nome deriva da “ruganza” cioè arroganza.Questo personaggio è molto altezzoso, abile ma, tuttavia, di animo buono e che si fa voler bene. Nella tradizione romana, Rugantino è vestito in due modi diversi, il primo un vestito rosso ed un cappello a due punte e l’altro un calzoncino consumato, fascia in vita, camicia con casacca e fazzoletto al collo. Meo Patacca è originario di Trastevere ed è un attaccabrighe, infatti finisce sempre per provocare tafferugli però in modo simpatico. Secondo la tradizione, indossa una giacca di velluto, un panciotto allacciato di lato ed in vita una sciarpa colorata, in cui nasconde un pugnale. Porta un fazzoletto legato al collo, un berretto ed indossa dei pantaloni stretti al ginocchio e scarpe con fibbie in acciaio. Solitamente viene raffigurato mentre beve da un fiasco di vino.
Cassandrino è la maschera meno nota del carnevale romano, è un uomo di origini nobili che si lascia raggirare dalle donne. Il suo personaggio è legato alle lamentele del popolo romano nei confronti del Papa. Le sue caratteristiche sono la voce nasale, un cappello a tricorno, una parrucca, una giubba a coda di rondine, un pantalone chiaro e delle scarpe con le fibbie. Don Pasquale è un uomo ricco che ama vestire bene, purtroppo nella sua vita viene sempre beffato. Indossa una sfarzosa veste a palandrana, una parrucca, brache al ginocchio e scarpe lucide. Infine, il Generale La Rocca è uno stracciarolo di Campo dei Fiori che vende oggetti usati e se ne va in giro in groppa ad un asino, mentre chi lo vede passare gli lancia degli ortaggi. Il Generale indossa una divisa con medaglie e decorazioni fatte con i tappi di bottiglie e fondi di lattine.

Il Carnevale di Frascati è il più atteso, tra carri maschere e festeggiamenti

Frascati, la nota cittadina dei Castelli Romani, festeggia il carnevale dal 28 gennaio al 13 febbraio, molte saranno le manifestazioni folkloristiche che si svolgeranno in questi giorni: concerti, sfilate, premiazioni delle maschere più belle, villaggi gastronomici ed al centro di Frascati viene allestita la ruota panoramica con una visuale davvero suggestiva su Roma e sui Castelli Romani. La maschera caratteristica di Frascati è il “Re Pupone” a cui vengono consegnate le chiavi della città per iniziare i festeggiamenti carnevaleschi.

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